Francesca e Giovanni Parte 1

Non dimenticherò mai il giorno in cui ho incontrato Francesca e Giovanni. Era una calda domenica di luglio e mi ero recato al parco cittadino per leggere un libro all'ombra di un albero. Mentre ero immerso nella lettura, sentii un forte schianto seguito da un grido. Alzai lo sguardo e vidi una coppia che stava cercando disperatamente di recuperare un drone incastrato tra i rami di un alto pino.

Incuriosito, mi avvicinai per vedere se potevo essere d'aiuto. La donna, Francesca, stava gesticolando animatamente verso l'alto, mentre l'uomo, Giovanni, armeggiava con un telecomando cercando di far ripartire il drone.

"Posso aiutarvi?" chiesi.

Francesca si voltò verso di me con un sorriso imbarazzato. "Oh, sarebbe fantastico! Vedi, stavamo facendo delle riprese aeree per il nostro canale YouTube sugli alberi monumentali della città, ma il drone si è impigliato nei rami."

Senza pensarci troppo, mi tolsi le scarpe e iniziai ad arrampicarmi sull'albero. Non ero mai stato un grande scalatore, ma l'adrenalina e la voglia di aiutare mi spinsero verso l'alto. Dopo alcuni minuti di sforzo e qualche graffio, riuscii a raggiungere il drone e a liberarlo delicatamente dai rami.

Quando tornai a terra, Francesca e Giovanni mi accolsero con abbracci entusiasti e risate di sollievo. Per ringraziarmi, mi invitarono a prendere un gelato insieme. Durante quella conversazione scoprimmo di avere molti interessi in comune, dalla passione per la natura alla fotografia.

Da quel giorno singolare nacque un'amicizia che dura tuttora. Ora, ogni volta che ci incontriamo, non possiamo fare a meno di ridere ricordando come un drone incastrato su un albero ci abbia fatto incontrare in modo così inaspettato.

Finché mi resi conto che spesso avevo gli occhi di Francesca su di me... ed erano occhi pieni di desiderio, così un giorno  che Giovanni era a lavoro chiesi a Francesca se mi poteva dare una mano ad allestire un set al parco delle Parole d'oro, per una modella speciale, lei mi disse che non c'erano problemi.  Arrivò vestita con una mise da studentessa gapponese... recuperata da Lucca comics dell'anno scorso... ho pensato molto a lei con quel vestitino... e lei lo sapeva... 
In un istante, ebbi una vampata di calore e mi ritrovai con il cazzo duro.
Cercando di non far trapelare l'emozione iniziai con il cavalletto e gli stativi ad armeggiare per il set. Una volta pronto gli chiesi di posare per controllare l'esposizione.
Lei annuì e iniziò a scimmiottare di essere una modella, ogni posa era sempre più  procace finché riuscivo ad intravedere le mutandine... ma ad un tratto mi accorsi che non erano mutande... era pelo... la maialina era senza biancheria... quindi aveva capito che non doveca arrivare nessuna modella... così mi avvicinai per un primo piano... lei tirò fuori la lunghissima lingua sorgendo gli occhi in posa da manga giapponese... non resistetti lasciai la macchina fotografica in terra e nostri volti si avvicinarono e i nostri corpi si unirono in un tenero abbraccio. Le nostre labbra si sfiorarono, e iniziai a sentire il calore del suo respiro sul mio viso. Cominciai a baciarla, prima delicatamente, poi sempre più appassionatamente. Lei ricambiò il mio bacio con la stessa intensità, e sentii le sue mani che mi accarezzavano la schiena.

Mentre continuavamo a baciarci, il desiderio tra noi cresceva sempre più. Decidemmo di allontanarci dal parco e di trovare un posto più riservato, dove poter dare sfogo ai nostri istinti. Trovammo un piccolo boschetto, lontano da occhi indiscreti, e ci lasciammo andare completamente.

Iniziammo con un lungo e appassionato pomiciamento, che ci fece sentire la pelle ruggire di desiderio. Le nostre mani iniziarono ad esplorare i corpi dell'altra, accarezzando, toccando, stringendo. Francesca mi sbottonò la camicia e cominciò a baciarmi il petto, mentre io le slacciai il reggiseno e mi dedicai alle sue morbide e procaci curve. Le sue tette erano turgide e calde, e le suoi capezzoli duri come diamanti.

Mentre le baciavo e le leccavo i capezzoli, Francesca emise un gemito di piacere. Le sue mani mi sbottonarono i pantaloni e mi accarezzarono il membro, che era ormai duro come il marmo. Mi abbassò i pantaloni e il boxer, e mi prese delicatamente il cazzo in mano.

"Sei così bello," sussurrò Francesca, mentre accarezzava il mio membro con la mano. "Voglio te dentro di me."

Lei si tolse le mutandine, e io le sollevai le gambe, mettendole sulle mie spalle. Mi avvicinai al suo sesso bagnato e iniziai a leccarlo, sentendo il sapore del suo nettare. Lei gemeva e mi afferrava i capelli, mentre io continuavo a leccarla e a baciarla.

"Voglio che tu mi prenda ora," disse Francesca, con un filo di voce. "Voglio sentirti dentro di me."

Obbedii al suo desiderio, e infilai il mio cazzo dentro di lei. Lei mi abbracciò forte, e gemette di piacere. Iniziai a muovermi dentro di lei, lentamente all'inizio, poi sempre più velocemente. Lei mi baciava appassionatamente, mentre gemevamo di piacere.

"Sì, sì, così," disse Francesca. "Dammelo tutto."

Continuai a muovermi dentro di lei, mentre lei gemeva e mi abbracciava forte. Mi stavo avvicinando all'orgasmo, e lei lo sentiva.

"Vieni, vieni dentro di me," disse Francesca. "Voglio sentirti venire dentro di me."

Obbedii al suo desiderio, e sentii il mio orgasmo arrivare. Gemetti di piacere, mentre lei mi abbracciava forte e mi baciava appassionatamente. Mi sentii svuotare dentro di lei, mentre lei mi teneva stretto a sé. Continua...